Le conseguenze della guerra sul mercato immobiliare

Negli ultimi anni il mercato immobiliare ha attraversato situazioni di profonda incertezza, prima generate dalla crisi economica legata alla pandemia e all’introduzione di misure restrittive atte a fronteggiarla e, più di recente, connesse con il pesante conflitto Russia-Ucraina.

Le sanzioni perpetrate ai danni della Russia stanno mettendo a dura prova l’economia italiana e, più in generale, quella dell’intera Europa. È lecito quindi domandarsi quali conseguenze questa delicata situazione geopolitica possa avere anche sul mercato immobiliare, sia dal punto di vista dei potenziali venditori, sia da quello di chi desidera acquistare casa o investire in un immobile.

Quali sono i principali scenari che si delineano all’orizzonte? Cerchiamo di capirlo, con particolare focus sulla nicchia delle abitazioni di pregio.

 

Le tendenze attuali e future del mercato degli immobili

Generalmente per capire l’andamento del settore immobiliare si tiene in considerazione il tipico procedere ciclico dei flussi economici, che vede un’alternanza pressoché costante tra spinte positive e periodi di calo del mercato. Gli ultimi eventi globali sono stati in grado però di stravolgere questa ciclicità, introducendo elementi di disturbo inattesi che hanno reso instabili gli schemi prima ritenuti adeguati ad analizzare il mercato.

In particolare, la guerra in corso sta compromettendo in modo drastico l’indice del clima di fiducia generale: se aveva già perso il 5% dopo la pandemia, il conflitto sta comportando perdite che arrivano addirittura al 10% rispetto alle normali stime. Le immagini e le notizie a cui ogni giorno le persone sono sottoposte riescono infatti a generare particolare impatto a livello psicologico e ad avere conseguenze nette anche sui comportamenti di acquisto e di consumo. Se, però, in un primo momento le ricerche immobiliari hanno subito un prevedibile calo, sono presto rientrate su livelli considerabili normali.

Ma cosa succede ai prezzi degli immobili? In realtà non si sono registrate conseguenze particolarmente marcate sui prezzi delle abitazioni e il motivo risiede nella fisiologica lentezza delle dinamiche dei prezzi: il primo tra gli indicatori a subire conseguenze da un’eventuale crisi del mercato è il numero di compravendite, che però non si traduce quasi mai in oscillazioni forti e immediate dei prezzi. Si può prevedere quindi che i prezzi degli immobili non scenderanno nell’immediato e che, anzi, entreranno in gioco altri elementi a tracciarne l’andamento.

Ad esempio, un’inevitabile conseguenza del conflitto è proprio l’aumento dei prezzi causato dall’inflazione, in grado di coinvolgere indistintamente tutti i settori economici. Aumentando i prezzi delle materie prime impiegate nelle costruzioni, si innalzeranno conseguentemente anche i prezzi degli immobili, soprattutto quelli di nuova costruzione.

Con quali effetti per chi desidera vendere o comprare casa?

 

È un buon momento per vendere

Alla luce delle considerazioni appena viste, possiamo affermare che sia un buon periodo per vendere casa: i prezzi aumentati portano a realizzare cifre più alte sulla vendita e chi, oggi, desidera vendere un immobile non è certo spinto a ribassarne il valore, bensì a di trarne un concreto guadagno.

Inoltre, nonostante le possibili oscillazioni del mercato, esistono alcune nicchie che restano tendenzialmente intoccate dalle incertezze economiche. Parliamo, ad esempio, della ricerca di abitazioni di lusso, slegata dall’andamento economico contingente, e della situazione di mercato all’interno delle grandi metropoli.

In queste aree i prezzi al metro quadro salgono con costanza e, anche in questo periodo, si registrano non solamente un livello di ricerche stabile, ma anche un’aumentata spinta

in termini qualitativi: sempre più ambiti sono infatti i beni immobili di pregio e le nuove costruzioni in fascia alta.

 

Conviene comprare?

Dal punto di vista degli acquirenti le conseguenze della guerra creano una duplice e contrastante risposta. Da un lato molti vedono l’attuale situazione economica e geopolitica come un ottimo motivo per evitare qualsiasi tipo di compravendita immobiliare, restando in attesa di tempi più stabili.

Dall’altro molti continuano a vedere i beni immobili come investimenti sicuri: l’acquisto di un’abitazione viene percepito come un’ottima strategia per destinare la propria liquidità e i propri risparmi in un investimento meno rischioso possibile.

In ogni caso, se molti italiani hanno a disposizione una buona quantità di risparmi, è un dato oggettivo che circa l’80% dei nostri concittadini si affidi all’accensione di un mutuo per comprare casa. La guerra Russia-Ucraina ha però fatto innalzare anche i tassi dei prestiti, creando un aumento di spesa senza dubbio da considerare per chiunque sia interessato ad avventurarsi nella ricerca di un immobile.

È presto comunque per affermare con certezza quale effetto la situazione avrà sulle richieste di immobili e, in ogni caso, tale novità non comporta grandi preoccupazioni per chi si muove nella nicchia degli immobili di lusso: nei casi in cui l’acquisto di una proprietà avviene senza passare da linee di credito, non sussistono nuove considerazioni da fare, né particolari difficoltà nell’incontro fruttuoso tra la domanda e l’offerta.

L’investimento immobiliare resterà quindi valido, sia nel comparto lusso, sia come tattica per allocare i risparmi degli italiani non colpiti dall’impoverimento causato dalla recente pandemia.

Infine, uno dei trend da considerare è anche quello che vede protagonisti sia l’usato, sia le abitazioni ristrutturate in chiave di maggiore efficienza energetica e antisismica: se il nuovo attira ampi flussi di domanda, soprattutto in alcune aree del nostro paese, si impone anche la richiesta di immobili meno recenti, ma riadattati in chiave green ed ecologica.

 

L’impatto finale del conflitto sui prezzi degli immobili e sui livelli di compravendite sarà comunque pienamente valutabile solo tra qualche mese o, addirittura, nel corso del prossimo anno, quando si riusciranno a trarre le somme di un conflitto che, al momento, non sembra essere prossimo alla fine.

 

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